QUANDO LA PIETRA SCOLPISCE LA MENTE

Set 27, 2024

DOI:
Autore: Domenico Alessandro De Rossi e Alfredo De Risio
Affiliazione: Centro Europeo Studi Penitenziari

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Abstract:

QUANDO LA PIETRA SCOLPISCE LA MENTE: Neuroscienze e Semiotica dell’architettura delle comunità confinate è il nuovo libro sull’intervento di recupero del reo nel procedimento di esecuzione penitenziaria, redatto da Alessandro De Rossi e Alfredo De Risio e pubblicato dalla Alpes Edizioni.

Anamorfòsi [dal gr. ἀναμόρϕωσις «riformazione», der. di ἀναμορϕόω «formare di nuovo»]. Che si tratti della cella di un carcere, di una camera di sicurezza, di uno stanzone di qualche anonimo centro in cui si esaurisce il tempo della speranza per le persone alle quali viene forzatamente, per giustizia, limitata la libertà personale, sempre lo spazio della privazione della libertà si configura come spazio muto, non in grado di comunicare alcuna ipotesi se non quella dell’attesa.
Spazio muto e sordo di chi vive nel timore di non essere ascoltato, ove alla intrinseca sconfitta che viene vissuta al suo interno, si contrappone l’apprensione per il futuro. Inutile negarlo: non vi è altro luogo, altra istituzione totale, ove non è all’uomo plasmare la pietra, ma è quest’ultima a piegare la mente. Le sindromi penitenziarie, la salute mentale (p)reclusa trovano oggi nelle neuroscienze quelle attese evidenze atte a disconfermare l’utilità del “pianeta carcere”.
Il volume si propone come uno spazio di riflessione proprio a partire dallo spazio della privazione della libertà, attraverso il suo essere un’anamorfosi non risolta e irresolubile, portando il lettore a interrogarsi sul punto di osservazione di tale spazio, a chiedersi quali differenze abbiano questi punti a seconda delle diverse figure che con esso hanno una relazione, sollecitando anche a interrogarsi sul senso del limite, ma anche sull’innato bisogno di tra(sgre)dire l’obbedienza.

I due docenti Alfredo De Risio, specialista in Psicologia clinica, e Domenico Alessandro De Rossi, architetto e apprezzato urbanista, ambedue membri del CESP il Centro Europeo Studi Penitenziari, in questo prezioso volume hanno messo a frutto le loro varie e diversificate esperienze professionali nel settore penitenziario per dare corpo a riflessioni approfondite e pertinenti, quanto mai utili per chiunque volesse con serietà e rigore scientifico intervenire in ambito penitenziario nel rispetto di principi costituzionali quali la finalità rieducativa della pena, la tutela della dignità della persona e il diritto alla salute. La novità, mirabilmente inverata in questo libro, è l’avvertenza che per intraprendere iniziative per migliorare l’edilizia penitenziaria non si può prescindere da scienze multidisciplinari (neuroscienze e non solo) condotte sul sistema nervoso umano. Chi si trova, quindi, in esecuzione penale detentiva nelle qui dette architetture delle comunità confinate (gli istituti penitenziari) fortemente interagisce con questi spazi detentivi e ne è sovente negativamente condizionato. Lo studio si sviluppa in quattro parti……… ……… Proposta con estrema chiarezza nel testo, centrale diventa l’innovativa concezione dinamica dell’intero processo detentivo che nella logica behavioristica individua i due fondamentali cardini della detenzione: da un lato la punibilità, effetto della sentenza di condanna e, dall’altro, quello della premialità, quale obiettivo costituzionale del recupero dell’individuo. Al centro di questi estremi si pone l’intero processo dell’esecuzione penale che vedrebbe proprio nell’architettura e segnatamente nelle diverse soluzioni spaziali, quegli adattamenti progressivi atti a determinare e consentire ambienti sempre meno restrittivi in funzione di un verificato mutamento comportamentale del detenuto. L’innovativa proposta nella parte finale del libro si fa più specifica fino a proporre schemi di differenti modelli di camere destinate al detenuto: da quella più restrittiva a quella più
incoraggiante, insieme ad altre concessioni e benefitz, quale espressione di fiducia riacquisita. Ciò che nel testo gli Autori evidenziano è la necessità di poter disporre ovviamente di un adeguato ed efficiente apparato di servizio del personale che con costanza e puntualità possa effettivamente monitorare nel tempo il mutato comportamento della persona al fine di consentire il passaggio graduale da una condizione spaziale sostanzialmente restrittiva e quindi punitiva, ad una fruizione dello spazio più aperta e promettente. [Santi Consolo, prefazione al libro]

 

QUANDO LA PIETRA SCOLPISCE LA MENTE

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